BUON PRIMO MAGGIO
Ogni morto sul lavoro rappresenta una perdita incolmabile per la famiglia, una perdita per la società ed una perdita per l’intero Paese.
Sebbene negli anni si siano raggiunti grandissimi risultati, dopo il picco verificatosi nel 1963 con 4644 infortuni mortali siamo arrivati a 662 nel 2014 per poi riprendere una lenta ed inesorabile risalita.
Ci avevamo creduto che a partire dagli anni ’50 con le prime legislazioni sulla sicurezza sul lavoro, per poi passare al D.Lgs 626/1994 e poi ancora al D.Lgs 81/2008 si fosse diffusa una cultura della sicurezza, quella cultura che non solo rende coscienti i datori di lavoro delle responsabilità nell’organizzazione e gestione della sicurezza, ma che soprattutto rende consapevoli i lavoratori dei pericoli e dei rischi che ogni giorno affrontano nell’attività quotidiana.
La valutazione dei rischi, obbligo legislativo, rappresenta il punto di partenza della sicurezza e non il punto di arrivo del mero adempimento legislativo. La certezza di un miglioramento continuo si infrange ogniqualvolta si ha la notizia di una morte bianca e la rabbia sale, se nella valutazione degli eventi, si scopre che poteva essere evitata … doveva essere evitata.
Purtroppo solo dopo una grave perdita ci si risveglia all’improvviso dalla beata e comoda sensazione di “essere in regola” e si prende coscienza che la valutazione dei rischi non era proprio calata nella realtà aziendale, che alcuni rischi non erano stati valutati attraverso gli strumenti o le norme di riferimento, che la formazione non era specifica e calata nella realtà lavorativa, che gli impianti e le macchine avevano una certificazione non più aderente allo stato di fatto o non adeguati agli standard di sicurezza.
Tanta strada abbiamo percorso insieme e tanta ancora ne dovremo percorrere nella consapevolezza che la sicurezza non si costruisce in un giorno, ma è un cammino lungo e faticoso che coinvolge tutti, è un programma che si sviluppa nel tempo tenendo conto delle criticità specifiche dell’attività; non ci si improvvisa esperti di sicurezza, ma si diventa analizzando processi, studiando norme e normative, percorrendo chilometri di luoghi di lavoro, confrontandosi con i lavoratori.
Festeggiamo allora un primo maggio non solo all’insegna di un lavoro per tutti, ma soprattutto di un lavoro sicuro per tutti.
IL SEGRETARIO GENERALE FLEPAR INAIL
Ing. Clara Resconi