L’immagine della notte ricorre frequentemente e con una grande varietà di motivi nella produzione poetica italiana. Le politiche di ottimizzazione e l’aumento della concorrenzialità hanno progressivamente portato l’abolizione della tradizionale associazione antropologica che lega il giorno al tempo del lavoro e al buio quello del riposo, estendendo la giornata lavorativa oltre i limiti abituali. Le giustificazioni della diffusione del lavoro notturno sono diverse. Innanzitutto esigenze di tipo tecnico: alcuni processi industriali richiedono un ciclo continuo.
Seguono ragioni di tipo economico: in diverse industrie particolari macchinari costosi non possono rimanere fermi, sia perché il riavvio comporta perdite di tempo e materiali e sia perché per ammortizzare l’elevato costo degli stessi devono essere utilizzati il più possibile. Infine, vi sono esigenze di tipo sociale legate alla peculiarità di alcuni servizi. C’è un punto, però, in cui le “ragioni economiche e tecniche” si scontrano con le “conseguenze” del lavoro notturno, ciò avviene sul piano più propriamente “umano”; per questo motivo la tipologia di orari non deve ledere la salute e l’integrità psico-fisica del lavoratore. Un lavoro si definisce “notturno” quando nell’arco delle 7 ore lavorative consecutive è compreso una parte o tutto l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino. Pertanto, il lavoratore notturno è colui che svolge in via non eccezionale, almeno tre ore o comunque una parte del suo orario normale di lavoro durante il periodo notturno.
In linea generale e, in mancanza di una disciplina collettiva, è considerato lavoratore notturno chi svolge un lavoro per almeno 80 giorni lavorativi annui. L’obiettivo principale del lavoro è focalizzare l’attenzione sui rischi di questa tipologia di lavoratori, descrivendo in maniera ampia l’andamento del fenomeno infortunistico dal 2002 al 2010, evidenziandone le eventuali differenze rispetto alla complessità del fenomeno. A corredo è presentata una panoramica della normativa e degli aspetti che contraddistinguono il lavoro notturno.