All’esito dei lavori degli Stati Generali svoltisi a Roma il 16 aprile 2015 (ai quali hanno partecipato il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, il Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense, il Coordinamento Nazionale degli Ordini e delle Unioni, Presidenti degli Ordini e i rappresentanti delle seguenti Associazioni Forensi: Aiaf, Uncat, Unione Nazionale Camere Civili, Anai, Azione legale e Movimento Forense), l’Assemblea dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), ha sollevato una serie di rilievi sull’art. 26 del DDL Concorrenza licenziato nella seduta del Consiglio dei Ministri del 22 febbraio 2013, chiedendone lo stralcio dal corpo normativo.
Sottolinea l’OUA:
- “come la previsione di una tale norma, nel consentire la partecipazione anche di soci di capitale all’esercizio della professione forense, contraddica sostanzialmente i principi suddetti, minando di fatto le garanzia di libertà, autonomia ed indipendenza dell’Avvocato, ritenuti elementi imprescindibili per il corretto esercizio dell’attività forense”;
- “come, in assenza di una specifica normazione che tenga conto del ruolo e delle prerogative della professione forense, la previsione di cui al DDL Concorrenza minerebbe, altresì, le garanzie di rispetto dei principi di equa previdenza, solidarietà generazionale ed imparziale fiscalità”.
Ha dunque ribadito “la necessità che qualunque ulteriore proposta di modifica alla normativa in tema di esercizio della professione forense sia adottata di concerto con la rappresentanza istituzionale e politica dell’Avvocatura”